Non ho mai pensato di poter scrivere un blog e tuttora non so bene da dove partire e se poterlo definire tale, ma ormai ho superato talmente tanti limiti autoimposti che, anche in questo caso, vale la pena tentare.
Sì perché, sicuramente attraverso un lavoro interiore ma certamente anche grazie allo yoga, dopo anni a dire "non sono all'altezza", "non sono in grado" o "non ce la faccio", se qualcosina ho imparato è che, finché non mi cimenterò con i miei "non posso", non riuscirò mai sapere se effettivamente non ho le capacità ed è il caso di rinunciare se, al contrario, le capacità ci sono ma non fa per me o se, invece, magari non la prima ma l'ennesima volta, ce la farò e ci prenderò anche gusto!
Un po' come lo è stato per l'insegnamento, quando già solo all'idea di mettermi dall'altra parte di quella linea immaginaria che divideva allievi e insegnante, sentivo una contrazione alla bocca dello stomaco e il cuore accelerare a tal punto da pensare che potesse uscirmi dal petto.
O come il mio tentativo di salire in sirsasana, la posizione sulla testa, che per anni mi ha vista sbuffare davanti ai miei goffi e fallimentari approcci, non dico per salire come un fuso, ma anche solo per staccare entrambi i piedi da terra mantenendo una posizione simil-raggomitolata a testa in giù. Tutto questo ovviamente parete alle spalle perché uno spazio aperto non era minimamente contemplato.
Ma se state leggendo, vuol dire che nel caso dell'insegnamento quella paura e quel senso di inadeguatezza sono stati, almeno parzialmente, superati, mentre per quanto riguarda sirsasana, gli innumerevoli tentativi e qualche caduta mi hanno permesso di stare a testa in giù al centro della stanza e, seppur non sempre come un fuso, con i piedi puntati all'insù.
Quindi, anche in questo caso, lascerò che il tempo e la pratica facciano il proprio corso in uno spazio di scrittura che, più che un diario, vuole essere uno SPAZIO APERTO e scevro di preconcetti nel quale affrontare tematiche legate alla sadhana, alla filosofia Yoga, alla cura di sé e alla vita in generale, alcune già viste ma che ritroverete anche qui, altre nuove.
Vorrei però che in questo spazio, in qualche modo, rientraste anche voi con esperienze yogiche, riflessioni personali, consigli di lettura, viaggi o qualsiasi cosa pensiate possa nutrire questo angolo virtuale e instillare ancora più valore alla semplice pratica sul tappetino.
Conosco personalmente alcuni di voi, altri meno ma abbastanza da aver compreso quale valore possa avere il vostro pensiero e sentire. Un contributo a mio avviso preziosissimo di cui mi farei messaggera e che mi piacerebbe, senza riportare nomi a meno che non siate voi a permettermelo, condividere tra tutti noi.
Che questa nuova avventura abbia inizio!
Che meraviglia Annalisa 💖! Felice che la tua (e nostra) realtà yogica cresca ulteriormente con questo nuovo spazio di condivisione!!! Mi ritrovo tanto nelle tue parole sulla paura essendo io una fifona patologica. Ahimè mi trovo meno in quelle che raccontano di conquiste e liberazione dalle catene con le quali spesso ci vincoliamo da soli. Paura di sbagliare? Paura di farmi male? Paura di fare male? Paura di lasciare la strada nota? Paura di osare troppo e finire come Icaro? Paura di risultare ridicola e non essere apprezzata? Ne ho per ogni categoria! Sento però che anche su di me lo yoga sta facendo tanto, fosse anche solo nel ricordarmi primo che il "perfetto" non esiste e secondo che tutto…