Per poter smuovere il mondo dobbiamo riuscire a rimanere fermi nel mondo.
Cambiare noi stessi è cambiare il mondo.
- YONGEY MINGYUR RINPOCHE -

La frase qui sopra richiama quella di gandhi "Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". E forse, la mia storia parte proprio da lì Mi sono avvicinata allo Yoga oramai tanti anni fa, un po’ per caso come avviene per molti, e da allora non l’ho più abbandonato, tanto da farlo diventare la mia vita. La mia passione per la visione dello Yoga mi spinge continuamente ad approfondire la filosofia sottostante e, attraverso gli asana, ad affinare la conoscenza del corpo, in movimento o statico. E' il corpo infatti che ci mantiene in contatto con il mondo esterno e, proprio tramite quest'ultimo nonché la pratica del pranayama e della meditazione, si apre a noi praticanti la possibilità di esplorare livelli più sottili del nostro essere e di prendere consapevolezza di parti di noi diversamente inesplorate. Il desiderio di sperimentare in prima persona - perché lo Yoga è questo, pura esperienza -, un senso di “responsabilità” verso i miei allievi, l’amore e il rispetto per l’India e la sua cultura millenaria, una spiritualità che lì si fa tangibile è ciò che ogni volta mi riporta a tornare in un paese dagli innumerevoli contrasti, un paese che si ama o si odia ma che ha la capacità di accoglierti e di riportarti all’essenza dell’esistenza. Diverse certificazioni, differenti pratiche, molti dubbi e interrogativi lungo il percorso ma quello che mi è ben chiaro ora è che lo YOGA non è uno stile o non una posizione più o meno complessa: lo YOGA è scoperta di sé, è piena consapevolezza, trasformazione, mezzo e obiettivo, liberazione. E’ “un cammino arduo e impervio non adatto ai pavidi, ma fatto per i più coraggiosi”.